Troppi compiti per casa. Con l’inizio dell’anno scolastico, ritorna il dramma di genitori e figli. Perché è importante farne così tanti?
La mole di compiti da fare ogni giorno a casa è davvero tanta. Si inizia fin dalla prima classe elementare con la prima scrittura e i conticini matematici. Si passa poi alle classi successive con il tema, il riassunto e il disegno. Poi ci sono tutti gli esercizi di matematica e lo studio orale di storia, geografia e scienze. Per non parlare delle esercitazioni di grammatica italiana che sembrano non avere mai fine.
I compiti da fare a casa stanno diventando sempre di più, perché con il programma ministeriali, gli insegnanti non sanno come fare e appena inizia la scuola non perdono un secondo di tempo.
Considerando i giorni di vacanza, gli scioperi e gli imprevisti di ogni Istituto, alla fine dell’anno gli insegnanti si trovano con l’acqua alla gola.
Si evita così di doversi soffermare troppo a lungo su ciascuno e il programma scorre che è un piacere.
Sono questi i motivi principali che spingono gli insegnanti ad assegnare troppi compiti a casa.
“Studiare più ore non comporta necessariamente risultati di apprendimento migliori”.
A sostenerlo è un’indagine dell’Ocse, dove emerge anche che in Italia gli studenti passano troppo tempo a fare i compiti.
Da una ricerca dell’Ocse ( l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico), dal titolo: “Gli studenti impiegano abbastanza tempo per imparare?” emerge che chi passa troppo tempo a fare i compiti non serve per forza a migliorare le prestazioni.
Sono stati presi a campione giovani quindicenni provenienti da tutto il mondo. Sottoposti a test di scienze, matematica e lettura, in rapporto alle ore dedicate allo studio, il risultato è che
E pensare che le migliori scuole, almeno come si dice, tengono molto a usare questi metodi di studio fin dal primo anno della scuola primaria. Si ritiene che è indispensabile che i bambini a casa si esercitino moltissimo per facilitare l’apprendimento.
Senza parlare poi del rapporto con i genitori. Non si parla più e la sera tutti crollano dalla stanchezza.
L’anno scolastico diventa un periodo di stress eccessivo e nemmeno le vacanze estive sono sufficienti a permettere una ripresa fisica ed emotiva di bambini e genitori.
Ritengono che questo aiuti i bambini ad un veloce apprendimento di quanto imparato a scuola. Con i numerosi esercizi di matematica e quelli grammaticali, si permette ai bambini di memorizzarli bene e non dimenticarli più.
Vero è che imparare a memoria le tabelline richieda del tempo o capire e mettere in atto argomenti di grammatica non è facile.
Non si possono però sovraccaricare di compiti bambini anche piccoli che hanno bisogno anche di riposarsi e di giocare.
Rappresenta per i bambini un mezzo di comunicazione e di sfogo delle proprie emozioni. Se non si permette ai bambini di giocare,
Rischiamo di non poter entrare nel loro mondo perché si sono costruiti uno scudo impenetrabile.
La Finlandia è il paese in vetta alla classifica del PISA (Influential Programme for International Student Assesment) che misura alfabetizzazione e capacità matematiche degli studenti.
I quindicenni studiano settimanalmente solo per 2,2 ore la matematica, 1,9 ore il finlandese e 2 ore le scienze.
Nella classifica, l’Italia è al 34° posto e le ore dedicate ai compiti sono il doppio: 4,1 di matematica e scienze e 4,4 di italiano.
Per capire meglio quanto negativamente incida sovraccaricare di compiti per casa i bambini, dovremmo chiederlo alle mamme.
Come mamma di due figli già grandi, posso dare la mia testimonianza in merito. Avendo seguito entrambi i percorsi scolastici, ho potuto notare delle differenze nette tra chi ha frequentato una scuola di alto livello e una nella media.
Dal punto di vista emotivo, ne ha beneficiato chi ha vissuto un percorso scolastico senza pressioni.
– Per quanto riguarda il figlio che fin dalle elementari studiava a scuola e a casa aveva pochissimi compiti, l’amore per la lettura e la voglia di sapere ha continuato per tutto il corso di studi. Nonostante la scuola non fosse di primo livello, le insegnanti si sono mostrate molto disponibili con le famiglie. Hanno intrapreso un percorso scolastico che prevedeva l’incontro con i genitori per confrontarsi sulle esigenze degli alunni.
A scuola hanno lavorato, approfondendo gli argomenti con lavori di gruppo. Se qualcuno restava più indietro, i bambini più bravi lo aiutavano assieme alle maestre.
Non è stato necessario l’intervento a casa per approfondire le nozioni e impiegare anche il weekend sui libri.
– L’esperienze con l’altro figlio è stata opposta. Scelta una delle migliori scuole, con le altre mamme, allo scopo di avere di meglio. Non è risultato come le nostre aspettative credevano.
Troppi compiti a casa e stress di tutta la famiglia. In questo modo il bambino è cresciuto in un clima emotivo disturbato che ha impedito un apprendimento veloce e sereno.
La poca disponibilità degli insegnanti di venire incontro alle esigenze delle famiglie non è stato produttiva. La pressione dei compiti e il tempo insufficiente a poterli portare a termine, impediva ai bambino anche di fare un riposino pomeridiano o andare a trovare i nonni.
Ancora i metodi scolastici non cambiano e lo si vede in moltissime scuole di tutte le città italiane. Molte sono le mamme che si lamentano per questo, perché sono costrette a mettersi sedute con i loro bambini che essendo ancora piccoli, non riescono ad organizzare i compiti.
“E’ difficile dire quanto tempo gli studenti dovrebbero spendere nell’ apprendimento, ma sembra chiaro che molti studenti passano troppo tempo a studiare dopo la scuola; almeno più di quanto sembra ragionevole se vogliono condurre una vita equilibrata”
E’ il commento dell’Ocse riportato dal quotidiano La Repubblica.
Nella vita bisogna sorridere, giocare e correre.
Non è giusto abituare i nostri figli all’isolamento. Abbiamo stravolto la loro vita dal primo giorno di scuola. Momento in cui dovrebbero entrare nel mondo con la conoscenza, attraverso la cultura. E’ bello lettere, studiare e apprendere, ma la vita non è solo quella virtuale. Oltre a impararla, va anche vissuta.
Gli esperti affermano:
“Lo studio e l’apprendimento dopo la scuola non solo possono essere ingiusti, ma potrebbero anche essere un modo meno efficiente per raggiungere risultati migliori. I politici, le scuole, gli insegnanti, i genitori e gli studenti dovrebbero raddoppiare i loro sforzi per rendere più efficaci i tempi di apprendimento a scuola”.
Occorre un impegno che deve partire dal sistema scolastico che non può imporre agli insegnanti un programma così ampio da portare a termine entro un anno scolastico.
Si deve cambiare metodo e, se occorre attingere anche dai sistemi scolastici di altri Paesi Europei, che ben venga.
Si aiuteranno le nuove generazioni a vivere meglio senza pressioni né stress.
Questi ritmi frenetici durano tutto l’anno e questo non fa bene. Lavorano male e non riescono a concentrarsi.
Permettiamo ai nostri bambini di avere il tempo di giocare liberamente. E’ li che ritrovano se stessi.