Con l’inizio dell’anno scolastico, si ritorna ai classici ritmi frenetici. Specialmente al mattino, sappiamo cosa significhi alzarsi presto e fare tutto in fretta. Colazione, corsa al bagno, merenda da portare e poi tutti pronti per il pullman o per la corsa a piedi verso la scuola e il lavoro. Quando i bambini non vogliono andare a scuola?
Il momento della preparazione per l’uscita da casa diventa drammatico quando uno dei bambini piange disperatamente, dicendo di non volere andare a scuola. Alle varie insistenze e tentativi di persuasione, dice di avere male allo stomaco, alla testa, senso di vomito e altro ancora.
E’ difficile essere capaci di prendere una decisione in quei momenti di caos in cui l’orologio gira velocemente. Noi mamme sappiamo sempre come fare e il modo migliore è non perdere la calma. Per lo meno così ci dobbiamo far vedere.
Per far si che il bambino si convinca ad uscire da casa, dobbiamo dirgli che purtroppo il lavoro ci aspetta e lui non può restare da solo a casa. Intanto, deve andare a scuola e se la mamma può lo andrà a riprendere prima.
Le promesse che non si possono mantenere non si fanno mai, ma dobbiamo dimostrare al bambino che ci metteremo tutta la nostra buona volontà per farlo.
Una volta a scuola, il bambino si tranquillizzerà e non penserà più alla mamma. Ci sono i compagni a distrarlo e le attività da fare. Non pretenderà di essere ripreso da scuola prima dell’orario di uscita.
Quando i bambini frequentano la scuola materna, capita che talvolta facciano dei capricci. Se la mamma ha del tempo libero è più facile accontentarli. Gli si può concedere un giorno di vacanza che spesso può anche essere molto costruttivo. Una mamma dinamica lo può portare al parco, lo fa stare nella natura dando al bambino la possibilità di accrescere le sue conoscenze.
Una mattinata trascorsa insieme serve a consolidare il rapporto e questo è molto importante. Aiuta il bambino a farlo sentire protetto. Gli dà la sicurezza che al momento del bisogno la mamma sarà lì ad aiutarlo.
Le assenze da scuola, anche se in età pre-scolare, non devono diventare un’abitudine. Il bambino deve imparare le regole e capire che al mattino tutti devono rispettare gli impegni. Inoltre, è necessario che anche alla scuola dell’infanzia ci sia la costanza. Questo permette al bambino di seguire il programma previsto, al pari degli altri bambini. La presenza quotidiana a scuola lo aiuta a creare un rapporto di amicizia forte con i propri compagni.
I bambini che frequentano già la scuola primaria devono, invece, evitare di fare delle assenze costanti. Rischierebbero di non essere presenti alle spiegazioni dell’insegnante e saranno penalizzati rispetto ai compagni.
Non sottovalutiamo i comportamenti dei nostri figli. Facciamo attenzione se il capriccio di una mattina è solo un caso isolato o notiamo in nostro figlio un malessere quotidiano. E’ probabile che tema di dover affrontare un’interrogazione, sia timoroso per il compito in classe o abbia paura di un insegnante particolarmente severo.
Il malessere fisico non deve essere pensato come una scusa. La paura di andare a scuola si ripercuote in un vero e proprio malessere fisico come il mal di pancia o il vomito e il mal di testa. Tutto è causato da una forte ansia provata dal bambino.
Ecco come fare per rendere più forti i nostri figli.
– Quando i bambini si mostrano fragili e insicuri, il nostro compito è quello di stargli vicino e usare le parole più dolci per tranquillizzarli. E’ normale, con la crescita, che siano messi d’avanti a impegni a volte più grandi di loro. Il compito di un genitore è sempre quello di incoraggiarli e nel caso di insuccesso, consolarli e motivarli per riprovare ancora.
– Spesso, sono le mamme che trasmettono le ansie ai loro figli. Per evitare che i bambini sentano molto il peso dei compiti da fare è meglio farli studiare da soli fin dal primo giorno. Si sentiranno così maggiormente capaci di affrontare il compito in classe e le interrogazioni.
– Spesso le mamme aiutano i bambini a fare i compiti a casa. Allo stesso tempo, gli trasmettono le loro stesse insicurezze. Molte di loro sottovalutano le capacità del bambino e gli trasmettono questi timori. Seppur guidandoli, si devono lasciare liberi di fare da soli, in modo che in classe non sentiranno la mancanza della mamma.
– Trovate sempre il tempo per giocare. Il bambino ha bisogno di scaricare le tensioni accumulate nella mattinata a scuola. Restando del tempo all’aria aperta, sarà in grado poi di riprendere lo studio, con un vigore diverso.
Quando il malumore del bambino durano nel tempo e i suoi capricci diventano ormai un’abitudine, meglio farlo presente alle insegnanti. Se non l’hanno fatto loro prima, si dovrà confrontare il comportamento a casa e a scuola per capire cosa sta succedendo.
E’ importante creare un bel rapporto tra mamma e bambino per scoprire se ci sono screzi con i compagni, un’antipatia nei confronti di un insegnante o di qualcuno dei collaboratori scolastici. Anche se il bambino piccolo non racconterà chiaramente cosa accade, dalle sue reazioni si può arrivare all’origine del problema.
Anche parlare con le mamme dei compagni potrà servire. Si confronteranno i vari comportamenti degli altri bambini per scoprire se hanno la stessa origine.
Spesso, si da la colpa della poca voglia di andare a scuola, ai problemi esistenti a scuola stessa. Non è sempre così. Le cause possono avere origine all’interno delle mura domestiche.
– Diverse possono essere le cause, come la nascita di un fratellino per cui il bambino si sente trascurato ed è geloso di lasciare la mamma con il fratellino. In questo caso, si deve far capire che i primi mesi, il neonato ha tanto bisogno della mamma, ma che poi le cose cambieranno. Per colmare questi momenti in cui il bambino si sente trascurato, è bene dedicarsi a lui esclusivamente anche un’ora al giorno.
– A casa si litiga per problemi economici, forse la coppia sta attraversando un momento difficile e il bambino sente questo clima teso. Le continue crisi familiari, possono suscitare nel bambino dei timori. Ha senso di protezione nei confronti della mamma che sente di non dover lasciare mai da sola. Queste paure suscitano nel bambino un senso di malessere che lo fanno vivere in uno stato di tensione continua. Meglio evitare di parlare d’avanti i bambini e chiarirsi quando loro non ci sono.
I bambini non sono capaci di esprimere le motivazioni che li spingono a non avere voglia di andare a scuola. Se gli si domanda perché non ci vogliono andare non sanno dare una risposta netta.
John Gottman nel suo libro “Intelligenza emotiva per un figlio” ci dà i suggerimenti giusti per aiutare i nostri figli a esprimere le proprie emozioni. Nel dialogare con il bambino, dobbiamo fare in modo che lui stesso trovi le soluzioni che cerca. In questo modo lo stiamo aiutando a fare un lavoro su se stesso. Scoprirà così. con le sue sole risorse, le soluzioni più giuste.
Con un dialogo sereno, pian piano, il nostro bambino, riuscirà a vedere meglio dentro di sè e scoprire quali turbamenti lo fanno soffrire di più. Anche noi genitori, avremo un quadro più chiaro delle difficoltà che sta incontrando nostro figlio. Potremo così aiutarlo a risolverle.
-Una litigata con dei compagni? insegniamogli che la strada più giusta è il dialogo e non le maniere forti.
-Paura che papà possa fare male alla mamma? Tranquillizziamolo e facciamogli capire che anche se i grandi spesso alzano la voce, si vogliono bene lo stesso.
– La maestra li vuole interrogare? Spieghiamogli che è il suo lavoro e tratta tutti allo stesso modo.
– Detestano una materia o prendono un brutto voto? Raccontiamogli di quando andavamo a scuola noi. Non erano tutte rose e fiori.
– Detestano svolgere i compiti a casa? Aiutiamoli a organizzarli meglio, in modo da lasciare la domenica libera e possibilmente anche il sabato pomeriggio.
Dovremo trascorrere il fine settimana libero da impegni e all’ insegna del divertimento.