Una delle tradizioni popolari tramandate nel tempo è quella che narra la leggenda dei giorni della merla che arrivano ogni anno. Tutti non sanno perché i giorni più freddi dell’anno si chiamano proprio così.
I bambini sono molto curiosi e allora noi vi sveleremo il significato del termine “I giorni della merla”.
Ogni anno, nel mese di Gennaio si parla dell’arrivo dei Giorni della merla. A scuola si fanno le letture e spesso si ride di questo termine che molti non sanno nemmeno da dove derivi.
Secondo la tradizione, sono gli ultimi 3 giorni di Gennaio, i più freddi dell’anno che vengono definiti in questo modo.
Bisogna prepararsi al grande freddo e uscire dagli armadi i berretti più pesanti, i guanti di lana e anche le sciarpe. Molti bambini fanno i capricci e non vogliono indossarli, ma è meglio coprirli bene se non si vuole fargli prendere un brutto raffreddore.
A molti fa paura l’arrivo dei giorni della merla, ma anche il freddo ha i suoi aspetti positivi. Nelle zone dove arriva la neve, i bambini approfittano per giocare all’aperto e fare dei pupazzi. Utilizzando anche delle semplici buste, si fanno scivolare come se fossero su uno slittino.
E’ davvero molto divertente!
Le mamme non devono temere il freddo, basta coprire bene i bambini e lasciarli giocare fuori. Respirano meglio ed evitano di restare sempre chiusi in casa.
Secondo la tradizione gli ultimi 3 giorni, il 29, il 30 e il 31 di Gennaio vengono considerati i più freddi e definiti con il nome “I giorni della merla”.
Esistono alcune versioni della famosa leggenda che vede come protagonista una merla bianca.
Leggete ai bambini questa fantastica storia, si appassioneranno e in questo modo li abituerete a leggere di più. Cercate un libro illustrato adatto a loro come quello di Livio Scattolin con delle belle immagini. I bambini si sentiranno molto coinvolti.
I giorni della Merla.
E’ la storia di una merla bianca che dopo essersi rifugiata all’interno di un comignolo, diviene nera. Da quella volta i merli sono tutti neri.
La leggenda dei Giorni della Merla
Nella città di Milano faceva molto freddo il gennaio di molto tempo fa. La neve scendeva a fiocchi e pareva non volesse mai cessare. Oramai tutto sembrava come un blocco di marmo. Le strade erano impercorribili, i prati, lunghe distese bianche e gli alberi spogli sembravano dei fantasmi dalle lunghe braccia.
In Porta Nuova, sotto la grondaia di un palazzo c’era il nido di una famiglia di merli con le piume bianche come la neve di Gennaio.
I piccoli appena nati erano affamati e papà e mamma erano indaffarati a sfamarli, anche se era molto difficile procacciarsi il cibo con quel freddo.
Le briciole lasciate dalla gente che passava, veniva ricoperta immediatamente dalla successiva coltre di neve.
Oramai i merli erano al limite delle forze a causa della mancanza di cibo e per il freddo. Stavano rischiando la vita, così papà merlo ebbe un’idea. Poiché poco distante da loro c’era un palazzo che aveva sul tetto un comignolo, decise che sarebbe stato utile spostare il nido proprio lì accanto, in maniera che i piccoli merli avrebbero ricevuto un po’ di calore.
Così fecero e intanto lui partì in cerca di cibo in luoghi dove la neve non era ancora arrivata.
Nei tre giorni in cui il merlo mancò, la mamma merlo e i piccoli stavano bene perché erano riscaldati dal fumo che fuoriusciva dal camino.
Finalmente papà fece ritorno al nido, ma quasi non riconobbe la sua famiglia. Erano diventati tutti neri. Il loro piumaggio bianco si era colorato con il fumo del camino.
Nei giorni seguenti, le temperature si alzarono e finalmente i merli poterono mangiare in abbondanza come sempre.
Da allora, tutti i merli hanno le piume del tipico colore nero e per ricordare l’esperienza di questa famigliola, i giorni più freddi dell’anno sono chiamati della merla.
Un’altra leggenda racconta come una merla dal bellissimo piumaggio bianco venisse derisa dal Gennaio che aspettava che lei uscisse dalla sua tana alla ricerca di cibo per scatenare il freddo e ricoprire tutto di gelo.
La merla si era stancata dell’atteggiamento di gennaio e un annata, per evitare di sottostare a quelle angherie, decise di fare scorta di cibo. Così non avrebbe avuto bisogno di uscire nel mese di gennaio, così freddo e difficile per poter trovare da mangiare.
Gennaio, a quel tempo, era composto da 28 giorni, ma quando la merla uscì dal nido credendo che il mese fosse terminato e quindi il clima sarebbe stato più mite, ecco che Gennaio chiese tre giorni a febbraio.
La merla si credette furba e così affacciata dal nido iniziò a cantare. Invece, si trovò il 29, 30 e 31 al freddo e al gelo più rigidi di quelli che ricordava.
Il perfido Gennaio l’aveva fregata. Scatenò una bufera di neve, vento e fece cadere anche tanta pioggia.
Colta alla sprovvista, la merla si rifugiò in un camino fino a quando la bufera cessò. Passarono tre lunghi giorni e finalmente il clima divenne più mite. La povera merla, affamata e infreddolita uscì dal camino, ma era tutta sporca di fuliggine al punto che il suo piumaggio bianco come la neve era divenuto nero.
Da quel giorno tutti i merli nascono con un piumaggio nero e gli ultimi tre giorni di Gennaio, considerati i più freddi dell’anno sono chiamati “I giorni della merla”.
Secondo la tradizione, se i giorni della Merla sono molto freddi si aspetta una primavera mite. Viceversa quando le temperature non sono così basse, la primavera sarà fredda e si farà attendere.
Sempre secondo la tradizione, quando canta una merla, significa che il freddo sta finendo, ma molti affermano che non bisogna stare tranquilli poiché potrebbe non essere così.
Ora finalmente potrete raccontare anche ai vostri amici le origini di questo termine.