Sono tanti i bambini che rosicchiano le unghie. Molti di loro le mangiano talmente a fondo da causare delle infiammazioni alle dita che con il tempo assumono forme strane.
Come fare in modo che i bambini si tolgano questo brutto vizio e perché hanno iniziato?
Molte mamme dissuadono i figli dal mangiarsi le unghie poiché è poco igienico. Le mani non sono mai totalmente pulite, sono veicolo di batteri e infezioni e le dita tenute in bocca non danno una bella impressione.
Purtroppo questa non è un’abitudine da togliere facilmente e anche provandoci, i bambini non vi riescono.
Purtroppo, quello di mangiarsi le unghie non è solo un problema di cattiva igiene.
I genitori non ricordano nemmeno quando i loro figli hanno iniziato. Fatto sta che la cosa può durare per anni fino all’adolescenza e a volte anche in età adulta.
Mangiarsi le unghie tecnicamente si chiama onicofagia e di solito inizia a partire dei 6 anni, età in cui i bambini affrontano la scuola e tutti gli impegni che comporta. Devono crescere all’improvviso ed assumersi delle responsabilità che sono più grandi di loro. La mole di compiti, le lunghe ore da passare seduti e poi le rinunce ai giochi che facevano prima.
L’atto di mangiarsi le unghie, secondo le statistiche riguarda il 30% dei bambini e il 45% degli adolescenti.
Questo comportamento così assai diffuso dovrebbe essere meglio attenzionato. Riguarda bambini particolarmente sensibili che sono disturbati da un ambiente difficile con un clima teso che li rende ansiosi e impauriti.
Per i bambini l’atto di portarsi qualcosa in bocca e rosicchiarla gli dà un senso di distensione. Sfogano la rabbia e l’ansia.
Il fatto di mangiarsi le unghie al punto di farsi anche male è un atteggiamento autopunitivo ed è per questo motivo che vanno ricercate le cause di questo comportamento.
Secondo gli psicologi alla base di questa cattiva abitudine, vi è un senso di inadeguatezza, paura e insicurezza che il bambino non riesce a gestire, al punto di trasferire le sue angosce su un fatto che lo consola.
Le cause possono essere la nascita di un fratellino, l’inizio della scuola, litigi in famiglia e difficoltà a relazionarsi con i coetanei.
Non esiste una vera e propria soluzione, ma i genitori devono aiutare i bambini a superare il loro disagio, qualunque sia il motivo.
Specialmente se i bambini sono molto piccoli, punirli causerebbe l’effetto contrario, poiché loro hanno bisogno di essere rassicurati.
Bisogna soltanto spiegare ai bambini che quella di mangiarsi le unghie è una cattiva abitudine che fa male alla salute.
Per capire cosa turba il bambino è bene osservarlo per scoprire quali sono i momenti in cui ama mangiare le unghie.
Potreste notare che lo fa prima di andare a scuola, o la sera quando arriva il papà perché teme che possa litigare con la mamma oppure quando deve fare i compiti o deve sostenere una prova importante.
Quando i figli sono degli adolescenti e mangiano ancora le unghie, non bisogna sottovalutare questo segnale perché potrebbe nascondere delle angosce accumulate da tempo e che potrebbero trasformarsi in qualcosa di davvero grande.
Anche se a volte è molto difficile aprire un dialogo con i figli, bisogna sforzarsi di non essere troppo severi e scendere a un livello inferiore per aiutarli e fargli capire che l’aiuto di mamma e papà ci sarà sempre.
In questo modo si dà modo ai bambini di potersi aprire ed esternare i propri turbamenti.
Lo sport può essere un mezzo per aiutarli a sfogare la rabbia. Li tiene impegnati e li stanca. I bambini molto piccoli hanno bisogno di correre e di stare molto tempo all’aria aperta. In questo modo si mostreranno meno aggressivi e anche se sono soggetti chiusi e taciturni, saranno più disposti al dialogo.
Constatati i motivi che spingono i bambini a mangiarsi le unghie e a dimostrare disagio, cercate di risolvere il problema alla radice. Se nonostante lo sforzo da parte dei grandi la situazione non cambia, non esitate e consultate uno psicologo infantile.
L’onicofagia può essere accompagnata ad altri sintomi come i pianti durante il sonno, la pipì a letto, problemi alimentari e difficoltà a socializzare.
Con un aiuto terapeutico si fa capire al bambino che lui non ha nessuna colpa di quanto sta accadendo. In questo modo acquisterà sicurezza e inizierà un cammino fatto di maggiore serenità ed equilibrio.