Solitamente i bambini iniziano a camminare verso i 12 mesi. Alcuni sono più pigri e insicuri e ritardano questo momento anche fino ai 18 mesi. Oggi, rispetto a un tempo, sono sempre di più, invece i bambini che già verso gli 8 mesi si alzano in piedi.
Inizialmente i bambini che camminano sono molto instabili, hanno paura e tendono ad appoggiarsi ai mobili o pretendono di essere rassicurati dagli adulti che li portano per mano.
Il bambino, per avere maggiore stabilità, all’inizio cammina con le braccia alzate sul d’avanti, permettendo così alla colonna vertebrale di stare eretta. La sua andatura insicura tende a farlo camminare con le ginocchia leggermente flesse e le gambe divaricate, per aumentare la base d’appoggio.
Inizialmente potrebbe trattarsi di un’abitudine, ma se la cosa continua nel tempo c’è da domandarsi cosa sta accadendo.
Questo modo di camminare sulle punte è più evidente quando i bambini hanno un sostegno come la mano dei genitori o utilizzano il girello. Bisogna dargli il tempo che acquisiscano maggiore autonomia e stabilità per potersi rendersi conto che possono esserci delle stranezze nel loro modo di camminare.
Solo dopo un po’ di tempo, si può notare che il bambino ha sviluppato delle caratteristiche tutte sue nel deambulare come fare i passi portando le punte dei piedi verso l’interno oppure camminare sulle punte dei piedi.
Nel giro di pochi mesi, l’appoggio del corpo, gravando sulle piante dei piedi, fa si che la camminata si normalizzi e quindi il bambino abbassa i piedi, poggiando l’intera pianta.
Fino al secondo anno di vita, si noterà un miglioramento nel modo di camminare del bambino, ma se la caratteristica di camminare sulle punte perdura è consigliabile fare degli accertamenti.
Escludendo un problema ortopedico, che è il primo al quale si pensa, come il legamento corto o la dorsiflessione del piede, si passa alla diagnosi “toe walking” idiopatico di cui sono affetti fra il 7 e il 24% dei bambini in età pediatrica.
Con il termine “toe walking” si vuole indicare che la deambulazione avviene prevalentemente in punta di piedi. Si presenta nei bambini piccoli e va a scemare verso i 2/3 anni di età per arrivare a un’andatura normale.
Le cause potrebbero essere derivate da danni alla colonna vertebrale o malattie paralitico-muscolari come la distrofia muscolare. I bambini affetti da questa caratteristica, associano anche dei problemi di linguaggio e anche delle forme di autismo.
Un bambino di circa 3 anni deve essere in grado di abbottonarsi, di vestirsi, di tenere in mano una matita e di svolgere tante attività tipiche dei bambini della sua età.
Uno specialista sarà in grado di verificare se sono presenti dei ritardi relazionali o nella coordinazione motoria.
Non è sempre detto che si tratti di problemi neurologici, perché un bambino con toe walking idiopatico può avere una iper o iposensibilità tattile e per questo motivo non ama sentire la superficie sotto ai suoi piedi, tanto da indurlo ad alzare il tallone per esporre meno il piede al contatto con il pavimento.
Ad ogni modo, è necessario che i genitori aiutino il bambino ad acquisire la più corretta postura. Con il supporto di un periodo di fisioterapia si può dare un ulteriore aiuto al bambino e a casa si possono lasciare i piedi scoperti, lasciando camminare i bambini scalzi; in estate, gli farà bene camminare sulla sabbia. Possono indossare dei calzini antiscivolo per evitare che con i piedini sudati possano scivolare. Camminano e corrono scalzi e man mano prendono sempre più sicurezza. In questo modo si aiuta il piede a rafforzare la muscolatura.
Molti bambini assumono questo modo di camminare soltanto per gioco o perché hanno utilizzato impropriamente il girello.
Il bambino che muove i primi passi e no è mai riuscito ad appoggiare completamente la pianta del piede, deve mettere in allarme i genitori che si devono rivolgere immediatamente al pediatra che darà i consigli più appropriati per approfondire il problema.