Con la riapertura delle scuole si ripresenta il problema di molte mamme di non sapere come convincere i propri bambini ad andare a scuola senza che facciano tante storie.
Molti di loro hanno l’abitudine di accusare al momento di uscire da casa dei disturbi come il mal di stomaco, il mal di testa, senso di vomito e nausea.
Come si fa a capire se davvero questi bambini stanno male ed è il caso di tenerli a casa oppure bisogna obbligarli ad andare a scuola lo stesso?
Chi ha avuto figli di questo tipo sa quanto sia costato portarli a scuola anche quando dicevano di stare male, con il rischio di essere chiamati dall’insegnante.
Una mamma non vorrebbe mai creare una condizione di disagio nel suo bambino, ma nemmeno vorrebbe crescere un figlio viziato e capriccioso.
Specie se si tratta di bambini piccoli, i loro disturbi non sono frutto della fantasia. A quell’età un mal di testa è reale e se dicono di avere nausea e senso di vomito, si vede che ce l’hanno davvero.
I disturbi dei bambini non sono frutto della loro immaginazione.
Perché i bambini, allora, stanno male quando devono andare a scuola?
– Ha paura di lasciare la mamma.
– Teme di affrontare le maestre e i compagni.
– Si sente stressato al pensiero di dover fare tutte quelle attività stancanti.
– Preferirebbe restare a casa a farsi coccolare e accudire come quando era piccolo.
– I bambini più grandi temono il compito in classe o le interrogazioni.
– Hanno paura del brutto voto o di ricevere un giudizio poco soddisfacente.
Da cosa dipende l’ansia dei bambini? Ce lo siamo mai domandati?
Spesso non ci rendiamo conto che siamo noi genitori i primi a creare nei nostri bambini delle ansie. Ripetiamo in continuazione che devono rifare lo zaino, che devono sbrigarsi a fare i compiti e al mattino siano insistenti per l’ora della sveglia perchè non sia mai che arrivino in ritardo.
Senza parlare poi delle lamentele sui voti bassi che dovrebbero migliorare.
Rendiamo così i nostri bambini talmente stressati che il loro rendimento scolastico ne risente e loro hanno paura di affrontare le interrogazioni o le prove scritte.
Come dobbiamo comportarci?
Noi dobbiamo aiutare i nostri figli a crescere felici e ad assumersi le loro responsabilità, ma serenamente. Ogni fase della loro vita non deve essere vissuta come un peso da sopportare, ma come il segno della loro evoluzione.
Una gara di lettura, le olimpiadi delle tabelline oppure un esame, sono tappe che segnano un percorso di crescita dei nostri figli e dobbiamo aiutarli a viverli con entusiasmo ed emozione, ma non con ansia.
Non pressiamoli per avere un voto più alto e non rattristiamoli se il voto che hanno preso non era quello che speravamo noi. Incoraggiamo sempre i nostri figli ad andare sempre avanti e dimostriamogli ogni giorno che siamo orgogliosi di loro.
Ecco come ci dobbiamo comportare:
– Anche se i compiti sono tanti, troviamo del tempo per giocare e parlare con loro.
– Nel fine settimana facciamo uno stacco importante, portandoli all’aria aperta facendoli incontrare con cugini e amichetti.
– Intratteniamoci di più nel lettone e coccoliamoli.
– Con l’aiuto delle insegnanti, concentriamo i compiti nelle ore mattutine e riduciamo quelli a casa. Spesso i genitori che lavorano stressano i figli quando devono fare i compiti.
– Organizziamo dei pomeriggi di studio con qualche compagnetto.
– Non sovraccarichiamo i bambini di attività. Basta uno sport un paio di volte alla settimana.
– Eliminiamo dalla camera apparecchi elettronici che emanano ioni positivi dannosi alla salute.
– Ascoltiamo di più i nostri figli e usiamo sempre un tono calmo e rassicurante.
– Complimentiamoci sempre con loro per i piccoli successi raggiunti.
– Troviamo l’occasione per dargli dei piccoli premi.
– Anche se in famiglia non stiamo vivendo uno dei momenti migliori, mostriamoci d’avanti a loro sempre tranquilli e pronti all’ascolto.
– Evitiamo discussioni e battibecchi in presenza dei nostri figli.
– Rendiamo la nostra casa più accogliente per fare vivere i nostri bambini più sereni.
1 Al mattino appena svegli.
2 Appena stanno entrando in classe o in modo particolare quando c’è un insegnante o una determinata materia.
E quando pare stiano meglio?
1 Appena usciti da scuola.
2 Nella giornata in cui non c’è quella determinata materia, quel professore o quel compagno.
Sono tutti dettagli che ogni genitore deve osservare per scoprire se dietro al malessere del proprio bambino si nasconde qualcosa di più profondo che lo stesso non riesce a raccontare.
Parliamo con gli insegnanti, organizziamo un incontro con gli altri genitori per capire se anche i loro figli hanno le stesse paure e soffrono di ansia. Incontrandosi genitori e insegnanti, si possono confrontare e capire se dietro allo stato d’animo dei bambini e al loro malessere fisico si nasconde qualcosa di più.
Fatto ciò, rivolgiamoci al pediatra per capire come sconfiggere i disturbi fisici derivanti dall’ansia.
E’ molto importante essere tempestivi perché l’ansia può complicare la vita di un bambino che può avere incubi notturni, episodi di sonnambulismo e fare la pipì a letto.
Mostriamoci comprensivi e facciamogli vivere la loro età spensieratamente, escludendoli dai problemi degli adulti.