E’ da tempo che si discute dell’opportunità di far utilizzare dispositivi elettronici ai bambini, cellulari e tablet, fino all’età adolescenziale, ma per il momento, soltanto una proposta di Legge in Parlamento ha fatto la differenza.
Tale esigenza, manifestata in concreto dalla Deputata del gruppo Misto, Rosalba De Giorgi e dall’ex Ministro dell’Istruzione Fioravanti, nasce dall’osservazione di alcuni ricercatori spagnoli e dunque dalla scienza, delle onde celebrali degli adolescenti, che venivano alterate fino ad un’ora dopo l’utilizzo dei dispositivi in questione.
Dato molto allarmante, di cui si parla da tempo, senza però avere riscontro.
A tal punto è chiaro che non possa essere lasciato libero arbitrio nemmeno ai genitori, ignari delle varie problematiche legate ad un uso intensivo di questi oggetti, rivoluzionari, tanto quanto pericolosi.
La proposta prevede sostanzialmente un divieto assoluto per i bambini fino a tre anni ed un uso limitato per la fascia 4-12.
Sulle prime, tale iniziativa sembra aver riscosso molto apprezzamento, ma c’è anche chi nutre dubbi per via dei limiti stringenti che la legge imporrebbe.
Insomma, ancora tanti sono i dubbi, ma andiamo a capire quali siano i punti centrali
Cosa propone la legge?
Innanzitutto la proposta chiarisce che cosa si intenda per dispositivo elettronico e quali siano le finalità e gli obiettivi della stessa, per poi entrare nel vivo dei divieti.
Volendo tutelare la salute psicofisica dei bambini, fino all’età preadolescenziale, l’impedimento è assoluto per i bambini fino ai tre anni, più moderato fino ai 12, anche nelle scuole primarie e secondarie.
Si prevedono fasce di età e di orario specifiche, entro le quali poter fare utilizzo dei Device, che aumentano in proporzione all’età.
Ma non è tutto. Il Governo si impegnerebbe a emanare campagne di sensibilizzazione e non mancano le sanzioni pecuniarie per chi “sgarra”.
Sono i genitori infatti, il fulcro di tutto, perché sono loro i diretti interessati dalle sanzioni ed ovviamente i deputati a far rispettare i vincoli che ne derivano.
Quest’ultimo il nodo principale per i detrattori. Chi sorveglierà gli adulti che devono far osservare gli orari ai bambini? Siamo sicuri che sia davvero la scelta giusta?
A che punto è la proposta?
Tale proposta si è resa necessaria in seguito all’allarme lanciato dai pediatri, che hanno più volte manifestato il disagio provocato dai dispositivi elettronici sui bambini, specie in tenera età, come l’incapacità di autoregolarsi, lo scarso apprendimento e perfino ritardi cognitivi.
E’ stata presentata in parlamento il 15 marzo del 2021 e sarebbe dovuta arrivare in Parlamento molto presto.
Tuttavia, l’avvicendarsi della situazione politica, non ha di certo favorito tale iter. Come sappiamo tutti, con la caduta del Governo, cadono anche le proposte di legge ad esso associate.
Ma non è detta l’ultima parola, perché in realtà esiste già una direttiva in merito, la 104 del 2007, che permette ad ogni scuola di autoregolarsi sulla materia. Molti istituti infatti si stanno muovendo in questo senso, e come spesso si dice, che si parta dalla scuola!