Ogni genitore sa che concedere tutto al proprio figlio non è educativo, ma poi si domanda se è stato troppo rigido con lui.
La pedagogia ci insegna che concedere tutto ai figli non è educativo. Molto spesso fa più male un SI detto con superficialità che un No detto con autorevolezza.
Quando i nostri figli desiderano fare qualcosa che noi riteniamo prematuro per la loro età o vogliono ciò che ha l’amichetto, noi genitori abbiamo difficoltà a dire NO.
Molto spesso, questa nostra paura del negare ai nostri figli qualcosa, deriva dal nostro vissuto, a causa di motivi radicati nella nostra mente che non riusciamo a dimenticare.
Il nostro senso di forte responsabilità ci porta a sbagliare.
Riteniamo che in quanto mamme o papà abbiamo l’obbligo di concedere tutto ai nostri bambini. Crediamo che in una famiglia perfetta, si debba dare tutto ciò che si può ai figli, facendoli vivere felici e nel benessere.
Sentiamo verso di loro una grande responsabilità e a ogni loro richiesta rispondiamo con un SI. Ci sentiremmo in colpa e noi non vogliamo essere visti come dei cattivi genitori.
Colmare le nostre carenze affettive nuoce ai figli
Molto spesso, noi siamo i figli di quei padri autoritari con cui non esisteva un dialogo e quando dicevano NO, non ci dicevano nemmeno il perché.
Questi padri ci davano delle pesanti punizioni se replicavamo una loro decisione e perciò sia noi che le nostre mamme dovevamo soccombere.
Quella non era una educazione rigida, bensì una forma di vessazione nei confronti dei bambini che erano costretti ad obbedire crescendo nella paura e con dei sensi di colpa.
Nella nostra epoca, il bambino diventa il protagonista della famiglia, quasi ha una supremazia sui genitori che devono dare tutto e accettare figli maleducati, prepotenti e nullafacenti.
Il compito della madre è quello di avere massima cura del neonato e lo pone al centro di tutto. Ricordando tutta la sofferenza provata nella sua infanzia, estremizza il suo senso di responsabilità, concedendo al bambino tutto quello che può, a volte troppo.
Così facendo, il bambino cresce abituato ad essere accontentato ad ogni sua richiesta che quando è molto piccolo è naturale come quella del cibo, ma mano a mano diventa eccessiva. Crescendo le sue richieste cambieranno e spesso non gli si può dare tutto.
Per crescere sano sia fisicamente che mentalmente, un bambino deve rispettare delle regole che sono accompagnate da tanti No. Ogni volta che non si può accontentare un suo capriccio come quello di uscire di casa con la pioggia o di mangiare la cioccolata prima di pranzo, la negazione deve essere accompagnata sempre da una motivazione.
All’inizio si tratta di piccole richieste da parte del bambino piccolo. Col tempo saranno diverse e più importanti.
“Mio figlio ora ha 16 anni, ma come faccio a fargli capire che non avrà mai il motorino?”.
E’ una mamma che ha accontentato sempre il figlio dicendogli sempre di Si. Prima sembravano delle richieste banali, che non pesavano, fattibili, ma questa del motorino è troppo.
Noi mamme non mettiamo in conto questo: che i nostri figli prima o poi cresceranno e se non siamo stati in grado di dirgli di No da piccoli, diventerà un inferno farglielo capire da grandi.
Quando un bambino non è abituato a sentirsi dire NO, diventa aggressivo e isterico perché non capisce cosa sta accadendo. Si sente crollare il mondo addosso e prova un senso di sbandamento.
Oggi i genitori sono deboli e cercano sempre di accontentare i propri figli per non farli soffrire. Hanno paura a dire NO perché temono di compromettere il loro rapporto. Gli concedono delle libertà e li educano male. Cercano in qualche modo di colmare le loro carenze affettive di quando erano figli e permettere ai propri tutti quei capricci che a loro non erano concessi.
I genitori non hanno la forza di imporsi e i figli ne approfittano.
Il nostro vissuto, anche se è rimasto radicato dentro ognuno di noi, non deve cadere sull’educazione dei nostri figli. Li danneggiamo in questo modo, non facendogli capire l’importanza della conquista delle cose.
Oggi i ragazzi vogliono tutto, ma non danno nulla.
Sono pigri e se il genitore gli chiede di fare piccoli lavoretti in casa o assumersi qualche responsabilità, loro non la vedono come una regola da rispettare che potrà servire a loro stessi, bensì come un comando, un cattiveria gratuita ricevuta da quei genitori stanchi che scaricano le loro rabbie su di loro.
Se non partiamo dall’inizio a dire NO, non avremmo possibilità di recupero. Nascono per questo i conflitti tra genitori e figli, proprio perché non hanno saputo dare delle regole fin dalla nascita.
Ogni bambino ha bisogno di avere delle regole.
Sono quelle che gli permettono di capire cosa è giusto e cosa non lo è. Imparano giorno dopo giorno a percorrere la giusta via che li accompagna per tutta la crescita.
Un bambino vuole sentirsi dire NO. Se c’è un pericolo, se potrebbe bruciarsi, se non bisogna dare confidenza agli sconosciuti o riceverà il regalo solo a Natale o per il suo compleanno.
Queste sono tappe di sviluppo cognitivo che aiutano il bambino a conoscere meglio il mondo che lo circonda. A proteggersi dai pericoli e crescere con dei principi di amore e di valori profondi.
Un NO motivato non è violenza; deve essere condiviso da entrambi i genitori e diventare un modo per dare ai figli degli insegnamenti e per educarli. Grazie ai No, loro ricevono delle informazioni precise e nel frattempo creano con noi un rapporto aperto.
Anche se la reazione ai No può essere brusca, non dobbiamo cedere. Ciò aiuta il bambino a riflettere e capire che la mamma o il papà hanno ragione.
L’importanza di dire NO ad ogni tappa della crescita
Dire No ai bambini assume una diversa importanza a seconda della loro età. Noi genitori non dobbiamo mai avere sensi di colpa, anzi dobbiamo pensare che stiamo facendo un buon lavoro con i nostri figli. Stanno crescendo sani e con le giuste regole che li aiuteranno a lanciarsi verso un futuro radioso.
Il bambino è molto piccolo
Sta iniziando ad esplorare il mondo. I genitori devono fare molta attenzione che non si faccia male. Devono fargli capire i pericoli che può incontrate. I No lo aiutano a distinguere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato. Se il bambino quando si pone di fronte ad un altro ha l’abitudine di spingerlo, il NO servirà a fargli capire che la prossima volta non lo dovrà più fare. Il NO gli servirà a costruire una serie d’informazioni che gli permettono di conoscere il mondo con i suoi pericoli e a sapersi comportare di conseguenza.
Infanzia
Il bambino inizia a frequentare l’asilo, per lui diventa difficile accettare i NO. Provocano in lui un senso di frustrazione, ma questo gli sarà utile per aiutarlo a capire i suoi limiti e le proprie possibilità. Imparare a gestire la frustrazione gli servirà ad affrontare il futuro. Forse crediamo di esagerare, ma non è così perché stiamo fornendo al bambino un bagaglio di regole utili a sviluppare la sua autonomia. Il bambino si fida di noi e perciò capisce che è fatto tutto per il suo bene.
Adolescenza
Il No diventa difficile sia da imporre che da accettare. Nascono delle conflittualità tra genitori e figli ed è sempre uno scontro continuo. Ogni qualvolta i ragazzi arrivano con delle richieste, si deve giungere a una negoziazione per poter fargli accettare i NO.
Come aiutare ogni genitore a far si che il proprio No sia il più credibile e amorevole del mondo.
Vediamo di seguito come deve essere.
1 Dato quando è necessario.
2 Essere sempre motivato e detto con un linguaggio semplice.
3 Deve essere dato con tono convinto e deciso, ma pacato.
4 Anche se si tratta di un no, deve essere dato trasmettendo amore e sicurezza.
5 Bisogna guardare il bambino negli occhi e assumere un’espressione dolce.
6 Deve essere dato in accordo fra entrambi i genitori.
7 I genitori devono dare il buon esempio.
8 Deve essere accompagnato da un’alternativa.
9 Non deve essere dato con rabbia perché farebbe capire che si tratta solo di uno sfogo. In questo modo non sarebbe quindi credibile.
10 Le motivazioni del NO devono essere vere perché il bambino scoprendolo non avrebbe più fiducia in voi.